Cremazioni, la denuncia: “Bare e resti ammassati in giardino”

Due imprese di pompe funebri sull’impianto di Borgo Panigale: “Situazione disumana oltre che illegale”. Le attese per i forni superano anche il mese. Cavedagna (Fd’I): “È grave, presto un quadro chiaro”

Bologna, 24 febbraio 2024 – Riguardo la gestione delle salme dei defunti e dei resti in attesa di cremazione nell’impianto di Borgo Panigale, sarebbero state presentate ai carabinieri due denunce da parte di due distinte imprese di pompe funebri. A riportarlo è l’emittente Ètv attraverso un mirato servizio, in cui si spiega che nelle segnalazioni presentate alle autorità vengono descritti “cofani funebri e cartoni con esiti da estumulazione ammassati nel giardino antistante il forno crematorio, alcuni coperti con teloni per proteggerli alla meglio dalle intemperie, altri scoperti”.

Non solo: per uno degli impresari funebri che ha presentato la faccenda ai carabinieri, si tratterebbe di una “situazione disumana e anche illegale dal punto di vista dell’antincendio e in materia di polizia mortuaria”.

L’impianto di Borgo Panigale, gestito da Bologna servizi cimiteriali, nelle scorse settimane era finito al centro delle polemiche dopo che sulle pagine del Carlino la consigliera comunale del gruppo misto Bologna più Paola Francesca Scarano, la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti e il consigliere comunale Fd’I Stefano Cavedagna avevano puntato il dito contro i lunghi tempi di attesa che i bolognesi erano costretti a sopportare prima di poter usufruire del servizio: anche più di un mese prima di riuscire a far cremare un familiare.

Situazione definita “inaccettabile”, tanto che il consigliere Cavedagna aveva chiesto un’udienza conoscitiva urgente in Comune, con la convocazione di Bologna servizi cimiteriali. Lo scorso 15 febbraio, nel corso della Commissione consiliare ‘Affari generali e salute’, è così emerso che la causa delle lunghe attese sarebbe “un picco di mortalità” che ha mandato in sovraccarico il sistema, con un’incredibile mole di cremazioni in attesa.

“Da novembre abbiamo avuto venti arrivi quotidiani, quando in un normale turno giornaliero è possibile eseguire 18 cremazioni – ha spiegato in quella circostanza Bologna servizi cimiteriali –. Gli arrivi sono stati venti anche ieri (era il 14 febbraio, ndr )”. Un afflusso che ha portato allo stallo, con tempi di attesa arrivati fino a 13 giorni – rispetto a una media di otto –, ma alcuni cittadini hanno lamentato ritardi che hanno superato persino il mese, sottolineando anche una conseguente difficoltà nell’inizio dell’elaborazione del lutto.

“Siamo in attesa di avere un quadro chiaro su tutta la situazione inerente la gestione dell’impianto crematorio – ribadisce l’esponente di Fd’I Cavedagna –. Situazione che già adesso ci risulta molto grave”.


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